Principi di allenamento – parte 1


Se avessi guadagnato un euro per ogni volta che qualcuno mi ha chiesto “ Mi dai un occhio a …” con gli occhi di chi spera di ricevere un miracolo avrei comprato un bilanciere da 1000€.

E INFATTI ORA C’E’ UN BILANCIERE ELEIKO NUOVO FIAMMANTE NELLA RASTRELLIERA.

Il problema principale dello sport, ma anche della vita se vogliamo essere filosofici , è che non esistono scorciatoie ,non esiste un “trucco” che ci consenta di passare dall’essere un T-rex con le braccia corte a Jury Chechi , non esiste il segreto che ti trasforma in Dimitry Klokov se sei un sollevatore di polemiche.

Possiamo definire la nostra capacità di svolgere un esercizio secondo la seguente piramide :

Piramide

Come possiamo notare alla base della piramide, a farne da fondamento, c’è la mobilità.

Definisco come mobilità la capacità del soggetto di eseguire le posizioni richieste dall’esercizio, si parte dal semplice mantenere un bilanciere con le braccia dritte sopra alla testa in posizione eretta ( non è banale per tutti ) fino al farlo in posizione di full squat.

Anche nella ginnastica è fondamentale la mobilità , già a partire dallo swing alla barra, dove una spalla bloccata non ci permetterà mai di essere fluidi nel movimento.

Senza questa capacità fondamentale credo sia inutile parlare di altro, si dovrà infatti necessariamente scalare a una versione dell’esercizio più semplice in quanto mi sembra controproducente stare a parlare di squat snatch se non riesco nemmeno a tenere i talloni a terra e la schiena dritta mentre faccio un deadlift.

E ora viene il bello , che cos’è che ci impedisce , ad esempio, di fare una spaccata?

NIENTE se non il nostro cervello.

Avete capito bene, tolti rari casi patologici ( nel vero senso della parola eh) non avete i “muscoli corti” , ma bensì avete un cervello che ha molta paura di farvi finire in una posizione che non conosce , e per proteggervi inizia a far contrarre determinati muscoli contro la vostra volontà.

Questo è il motivo per cui se da bambini avete fatto ginnastica sarà un bagaglio di mobilità che vi porterete dietro per sempre, perché il vostro cervello non avrà paura di tornare in una posizione che conosce.

Avete notato infatti che più si è giovani più è facile imparare qualcosa e più si diventa vecchi più diventa complesso acquisire nuove abilità?

Quando nasciamo il nostro cervello è un computer formattato, non ha nessun software installato al suo interno, e salva facilmente qualsiasi concetto vogliamo passargli.

Ma questa capacità decresce notevolmente con il passare degli anni, per questo i dottori dicono che è fondamentale fare attività sportiva da giovani, perché ci porteremo poi in dote negli anni tutto ciò che abbiamo imparato in quel periodo. E’ come andare in bici, anche se non ci vai per un sacco di tempo di sicuro non ti scordi come si fa.

Tutta questa digressione serve per dire che la mobilità è una capacità ALLENABILE, esattamente come la tecnica e la forza, ma prima si inizia e meglio è.

Quindi se quando state in posizione di squat non vi sentite a vostro agio, dal vostro coach non avete altra risposta se non “FAI MOBILITA’”.

A volte quando do questa risposta leggo negli occhi della persona che ho davanti lo scazzo più totale, come a dire “ Beh tutto qui? Ci arrivavo anche io…”.

Però sono spiacente ma non ne esiste nessun’altra, dovete mettervi in testa che prima durante e dopo allenamento dovete avere la pazienza di mettervi lì ed eseguire esercizi volti a migliorare questo aspetto.

VEDIAMO I PRINCIPALI METODI  :

-Stretching statico , ovvero tutto ciò che consiste nel mantenere una posizione statica per un tempo che varia in funzione della “durezza” della posizione, ma in genere si va dai 30 secondi fino ai 5 o più minuti… consigliato dopo l’allenamento

-Stretching dinamico , consigliato nel riscaldamento , lo definisco come l’insieme degli esercizi che sfruttano una posizione funzionale del nostro corpo (ad esempio stare in squat position ), questi esercizi si prestano bene ad essere eseguiti anche con un sovraccarico.

Sia che si tratti di stretching statico , che del metodo dinamico, è FONDAMENTALE non esagerare con la tensione o con il sovraccarico , per evitare che il nostro corpo vada in protezione, irrigidendosi, ma anzi bisogna concentrarsi sempre per rilassarsi il più possibile , sfruttando una respirazione profonda per lasciarci andare ed assecondare il movimento che stiamo eseguendo.

In questa prima parte abbiamo quindi visto una sorta di piramide dell’allenamento ed abbiamo definito la sua base ovvero la mobilità, senza questa quindi non si va oltre.

Nel prossimo articolo vi darò il mio punto di vista su cos’è e come si allena la tecnica.

In italiano avevo 4 e mezzo , quindi perdonatemi qualche errore.

Davide Fregni

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